Chi Siamo

Il 6 settembre 1949 nacque ufficialmente la R..L.. F. Baracca n.414 al’Or.di Lugo.

Ma a Lugo la Massoneria aveva avuto i propri albori tantissimi anni prima.

La prime notizie che abbiamo in proposito partono dall’anno 1808 dove nel “Quadro del Grande Oriente d’Italia” figura tra le tante Logge quella dell’Oriente di Lugo denominata Senio il cui M.V. era un certo Rossi. Queste Logge compresa quella di Lugo appartenevano al R.S.A.A. ad eccezione di alcune che lavoravano secondo il rito moderno.

Sappiamo poi solo che il “ 2 giugno 1814 i militari austriaci dopo l’irruzione nell’ex convento di S.Domenico chiusero la sede della Loggia dei framassoni lughesi”. Non abbiamo però notizie se questa loggia fosse quella denominata Senio.

Alla Massoneria pare certo sia appartenuto il patriota lughese Giacomo Rocca, il quale conobbe a Corfù i fratelli Bandiera, Francesco Berti di Bagnacavallo e Giovanni Venerucci di Rimini, dove progettarono l’eroica spedizione nella Calabria che ebbe inizio il 14 marzo 1844. Essi furono però sorpresi e circondati dai soldati borbonici a San Giovanni in Fiore, vicino a Cosenza, giudicati da un tribunale di guerra, condannati a morte il 24 luglio 1844 e fucilati il giorno successivo. Quella mattina Attilio Bandiera prima di avviarsi davanti al plotone di esecuzione , parlando ai compagni, dice ai compagni che il loro martirio sarebbe stato utile all’unità d’Italia più di ogni altra cosa, e che se morire era inevitabile era meglio farlo per una causa giusta. I patrioti commossi cantano con voce vibrante un coro dell’opera di Mercadante “Donna Caritea”

Chi per la patria muor vissuto è assai

la fronda dell’allor non langue mai

piuttosto che languir sotto i tiranni

è meglio di morir sul fior degli anni.

Il 26 marzo 1893 fu fondata dall’avv. Enrico Golinelli, Delegato del Governo dell’Ordine, una Loggia denominata Andrea Renuccini (probabilmente il vero nome era Andrea Relencini.). Nel 1893 M.V. era Angelo De Carli, Regia scuola tecnica, ma nel 1894 attraversa un momento di profonda crisi tale da fare intervenire un commissario su ordine del G.O.I.

Con M.V. Ercole Bedeschi viene sciolta con decreto n.23 del 20 maggio 1894 e ricostituita con decreto n.32 del 17 agosto dello steso anno. Partecipa alle celebrazioni in Roma del 20 settembre 1895 poi il 29 aprile dell’anno successivo si scioglie spontaneamente.

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Risulta poi che sempre a Lugo col decreto n.190 del 18 giugno 1909 sorse un triangolo sotto gli auspici della loggia Ca Irà di Bologna e nello stesso anno si trasforma in Loggia Dovere e Diritto. Codesta Loggia nel luglio 1909 chiede al G.O.I. la bolla di fondazione che viene concessa nel secondo semestre. Di Rito Simbolico, dal 1910 al 1913 ha indirizzo presso Clemente Boschi, e dal 1914 al 1920 presso Luigi Longhini. Sappiamo che nel 1919-20 M.V. è Giovan Battista Camerini e nel 1921-22 Guido Ponseggi. Questa loggia esiste ancora nel 1923. a conferma di ciò leggiamo in una tavola architettonica dell’11 maggio 1970 che il M.V. informava con vivo compiacimento dell’avvenuto trasferimento dalla R.L. D..Alighieri all’Or di Ravenna del carissimo Fratello Rinaldo Camerini che onorando la memoria del proprio genitore, massone di indiscussa fede, fece dono a suo tempo del labaro alla F. Baracca” ,e coglieva l’occasione per rievocare la nobile e diamantina figura del di lui genitore che fu Venerabile nel lontano 1919 della R.L. lughese Dovere e Diritti

E arriviamo così al secondo dopoguerra, quando alcuni fratelli lughesi in piedilista alla R.L. D. Alighieri di Ravenna, chiesero l’autorizzazione a costituirsi in Triangolo, per redarre il regolamento di una nuova Loggia, la quale può alzare le proprie colonne solo se vi aderiscono almeno sette Fratelli Maestri Massoni.

Il Triangolo di Lugo fu ufficialmente costituito il 3 marzo 1948 dal Fratello G..Gamberini della R.L. D. Alighieri.

Presidente del Triangolo divenne il colonnello Gaetano Tassinari. Nato a Lugo il 2 marzo 1888 coniugato con due figlie, si diplomò all’Accademia Militare di Modena, poi all’Istituto Superiore di Guerra. Colonnello dell’esercito in posizione ausiliaria, partecipò alle guerre 1915-18 e 1940-43.

Fu decorato con la Croce al Merito di Guerra, Cavaliere della Corona d’Italia e Medaglia dell’Unità d’Italia. Fu inoltre insegnante di Storia Militare Topografia e Cultura Militare. Pubblicò inoltre una pregevole commedia in quattro atti dal titolo Francesco Sforza.

Iniziato alla massoneria il 16 giugno 1922 presso la R.L. Alberico Gentili n.107 all’Or. di Parma fu poi tra i fondatori della R.L. Loggia D. Alighieri di Cremona.

Il primo documento del Triangolo con la lista dei fratelli lughesi, Gaetano Tassinari, Pietro Minghini, Amedeo Valli, Giuseppe Rignani, Sante Baracca, Saverio Ferruzzi, Luigi Pezzi, risale al 7 maggio 1948.

La prima riunione per progettare i fondamenti della Loggia si svolge il 27 agosto 1948 a casa del Fratello Rignani..

Il 15 settembre 1948 l’allora M.V. della D. Alighieri deliberò di delegare il Triangolo di Lugo alla iniziazione del profano Foglia Ferdinando che si svolse il 19 settembre, alla quale fece seguito qualche mese dopo quella di Orioli Vincenzo. Per quella prima iniziazione leggiamo nella tavola architettonica che “compatibilmente con la mancanza assoluta dei materiali e degli utensili necessari allo scopo, si è svolta la cerimonia con la maggior aderenza possibile al rituale surrogando gli oggetti mancanti con ripieghi di circostanza”.

La prima riunione preparatoria per la costituzione della loggia di Lugo, si svolge il 6 marzo 1949, nella quale si esamina la questione del nome da dare alla Loggia e quella del bollo da adottarsi.

Nella seconda riunione preparatoria, 20 marzo 1949, si procedette alla assegnazione delle cariche rimandandone l’insediamento in un secondo momento. M.V. Tassinare 1 Sorv, Minghini 2 Sorv. Valli Or. Ferruzzi Segr. Rignani Tes. Orioli.

A proposito di Logge Massoniche a Lugo, in una tavola architettonica del 19 giugno 1949 si legge che “il fratello Tassinari intrattiene poi i membri del triangolo su varie questioni di indole interna (…diffidenza verso Montanari e Poggiolini della locale Loggia di Via Della Mercede), e che in altra tavola del 15 ottobre 1949 “si effettua la terza votazione per la regolarizzazione del dott. Montevecchi Eros, già appartenente alla locale loggia irregolare Pensiero e Azione di Via Della Mercede”.

Il 24 giugno giunse dal G.O.I. il numero distintivo 414 per la futura Loggia F.Baracca.

Francesco .Baracca fu probabilmente il massone lughese più illustre. Secondo il libro di G.Gambereini “1000 volti dei massoni”egli appartenne al R.S.A.A. col xviii grado all’Obbedienza di Piazza del Gesù.

Dal G.O.I. giunse la bolla di fondazione con data 6 settembre 1949 e da quel giorno nacque ufficialmente la R.L. F. Baracca n.414 Or. di Lugo.

L’inaugurazione ufficiale della Loggia avvenne sabato 24 settembre 1949 probabilmente a casa del Fr. Tassinari. Da quella tavola architettonica si legge che “il Fratello Badessi della R.L. D.Alighieri di Ravenna procede nelle forme di rito alla costituzione ufficiale della R.L. F. Baracca e consegna al Fratello Tassinari la bolla di fondazione e tutti gli altri documenti trasmessi dal G.O.I.”.

Il 18 giugno 1950 il colonnello Tassinari fu rieletto M.V. , carica che ricoprì fino al 21 giugno 1954, tranne una breve parentesi dal 52 al 53 dove M.V. fu eletto il Fr. Orioli Vincenzo.

Terzo M.V. divenne il 21 giugno 1954 il Fr. Otello Bianchi.

Il Fr. Tassinari che aveva manifestato il desiderio di non essere più rieletto alla carica di M.V., venne proclamato “venerabilis honoris”.

Il 4 luglio 1956 il G.O.I. per voce del Gran Segretario Umberto Genova, comunica alla F. Baracca che “dalla relazione riassuntiva delle attività svolte nel decorso anno massonico da codesta rispettabile officina abbiamo con rammarico rilevato che , malgrado ogni buona volontà, l’attività dei Fratelli non è stata quale si sarebbe desiderato, a causa della mancanza del Tempio. Pur tuttavia e nonostante le difficoltà la Loggia è riuscita a iniziare tre giovani profani del che ci rallegriamo con voi e con i Fratelli tutti, augurando che presto possiate avere un Tempio sia pure modesto dove l’azione Massonica potrà essere più proficua per quanto riguarda le azioni rituali dei Fratelli e per il maggior bene dell’Ordine”.

Effettivamente le tornate di questi anni si svolgevano ora a casa dell’uno ora a casa di un altro Fratello, spesse volte non si raggiungeva il numero legale dei Fr. Maestri per entrare nel Tempio, inoltre avendo poco denaro nelle casse si avevano difficoltà ad acquistare tutti i materiali indispensabili alla ritualità, e quindi i lavori cominciarono a svolgersi nel tempio della R.L.

D. Alighieri a Ravenna.

Il gennaio 1957 muore il colonnello tassinari, e nella tornata del 24 gennaio il fr. Martini commemorandolo dice “con alta e commossa oratoria rievoca la figura dell’illustre scomparso, lo cita ad esempio per la sua profonda fede massonica, per la sua rettitudine nella vita profana ai fratelli presenti e a quanti verranno dopo di noi”.

La locale sezione del P.R.I. nel manifesto funebre scrive che “rimane e rimarrà sempre fra noi tutti il caro e affettuoso ricordo di quella nobiltà di mente e di quella generosità di cuore inutilmente nascosta da tanta vera modestia e da tanta vera umiltà. Non dimenticheremo mai la sua immensa bontà d’animo sotto quel burbero suo franco e sostanzialmente cipiglio di militare memoria.

Ufficiale di carriera e monarchico di sentimenti politici, egli non attese i 25 luglio e gli 8 settembre per comprendere e valutare l’istituto sabaudo e tutta l’opera ad esso legata ai danni della Nazione e del Popolo; ma abbracciò con entusiasmo l’deale repubblicano, trovando nel credo di Giuseppe Mazzini tua la rispondenza di idealità e di sentimenti ai quali la sua impetuosa anima di italiano ardentemente anelava. Egli ci ha lasciato, improvvisamente, in silenzio, quasi di nascosto, così umilmente cioè come detto per tutta la sua vita la consegna di soldato fedele all’onore e al dovere”.

Il 9 giugno 1958 venne eletto mv il fratello raimondo ricci il quale rimase probabilmente (diciamo probabilmente perchè non abbiamo nessun documento di quegli ani) in carica fino a giugno 1963, quando rimetteva l’incarico forse un po’ sfiduciato come si legge nella relazione sulla attività svolta dalla loggia. Infatti deiceva “ la nostra loggia , poiché non ha tempio, partecipa ai lavori della r.l. d.alighieri di ravenna del quale è oratore il venerabilissimo e illustrissimo gran maestro g.gambereini. E così che i fratelli della nostra loggia hanno il raro privilegio di poter ascoltare le illuminate parole del gran maestro e quindi trarre da esse insegnamento, materia ed argomenti per una sempre maggior consapevolezza massonica.

Altri incontri dei fratelli della nostra r.l. Hanno avuto luogo nel corso dell’ano massonico a domicilio di alcuni fratelli che gentilmente hanno messo la loro casa a disposizione della loggia. Nel corso d9i tali riunioni è apparso sempre evidente il reciproco amore fraterno ed il più completo a accordo con quanto il g.o. Veniva elaborando. Niente purtroppo è stato fatto per divulgare gli ideali massonici, se non con l’esempio offerto dalla vita profana e dall’operare di ciascun fratello; ma non è sufficiente l’esempio di rettitudine morale e politica per promuovere l’adesione di uomini di buon volontà ai nostri principi. L nostro tempio non conosce che i volti di sempre; se il mio maglietto ha risuonato sonoro sull’incudine dell’officina non ha fatto però giungere la sua eco oltre le colonne. Lo si deve ai troppi impegni della ia attività nel mondo profano a ad un diminuito vigore che gli anni logorano inesorabilmente.

È quindi con immenso piacere che cedo il maglietto ad un fratello la cui buona volontà, il cui entusiasmo e la cui capacità non mancheranno di dare i migliori frutti”.

Il 19 giugno 1958 in occasione del quarantennale della morte di f.baracca i fratelli dela loggia di lugo fecero pubblicare un manifesto commemorativo nel quale era scritto: “ fendere la notte dei tempi col vivido bagliore dell’immortalità ed arricchire il patrimonio morale dell’umanità: questo è il compito di coloro che come te tinsero , con la porpora indelebile del loro sangue, i cieli del a più pura gloria. A noi che ti avevamo fratello e maestro sia concesso conservare accesa la fiaccola del tuo insegnamento, fiaccola di luce e di verità, faro luminoso cui tendono i nostri cuori ed i nostri intelletti nella speranza di realizzare un mondo migliore dove, ai falsi ideali, si sostituiscano i reali valori umani della Fratellanza, della Giustizia, dell’Amore di Patria”.

Il 30 giugno 1963 nuovo m.v. Divenne il fratello ignazio savona.

Fino ad allora la loggia non era dotata di labaro, che fu acquistato solo nel 1965 “grasie – si legge in una tavola di allora – poi al generoso intervento finanziario del carissimo e rispettabilissimo fratello rinaldo camerini è stato finalmente possibile dotare la nostra loggia di un labaro che saràprossimamente inaugurato presso la r.l. d.alighieri di ravenna all presenza del gran Maestro”.

Nel 1966 venne eletto m.v. Il fratelo franco liverani, il quale rimase in carica un solo anno, per lasciare nel 1967 di nuovo a raimondo ricci.

Il 19 giugno 1968 ricoreva il cinquantenario della morte di f.baracca, e di seguito riportiamo una pesantissima denuncia fatta dal m.v. Ricci, a proposito di quella cerimonia, dal titlo “quelo che le cronache non hanno detto”.

“pareva che la sciarpa triclore vlesse mettersi di proposito e ostinatamente di sghinbescio sui fianchi smilzi del sindaco di liugo che da oltre mezz’ora attendeva ai piedi dela rocca estense se3de del municipio che ilpotere temporale dei papi riprendesse possesso dopo oltre cent’anni del’antico feudo: si sa che il triclore, quelo risortgimentale, quelo per cui era caduto l’Eroe che si voleva comemorare, non va troppo d’accordo con la porpora dei prelati! Finalmennte, preannunciato dall’urlo delle sirene e accompagnato da otto carabinieri in motocicletta é gunta la unga macchna nera che portava il Cardilale Staffa, “l’ilustre concittadino”:aveva così ufficiamente nizio la profanazione della memoria di francesco baracca , Massone per elezione, Massone attivo, Massone i ogni sua fibra, i ogni suo pensiero e in ogni suo sentimento. Dopo na breve sosta in municipo. L’alto prelato, in pmpa magna, col sindaco che umilmente glicedeva la destra qual untorello sacrestano, in ulticolre processione ha attraversato piazza baraca senza denare di uno sguardo il monumento del’eroe che poteva ben attendere che si adempisse allo svolgimento della fastosa anacronistica , profanatrice cerimonia religiosa i Sua memora e, percorsa l’ala sud del pavagione, ragiungeva la chiesa delcarmina.Qualche vecchi luhese, quardando il procedere imponene del cardinale e considerandone fastosi paludamenti ne ricordava, per naturale contraposiione, un parente mlto stretto, famoso ladro di poli, trovetomorto, miseramente ammazzato,sul fondo di un fosso: ma si sa che certi confroti sono pelomeno inopportuni!

La cerimonia religiosa è naturalmente valsa di pretestoalcardinale per attaccare la massoneria: -Francesco Baracca – ha detto – era di famiglia di profondi sentimsenti cattolici; nonpoteva essere un massone! -.gli era dettata, la falsa asserzione, dal desiderio di giustificare l’incomoda presenza, ai piedi del monumento, di 26 corone massoniche rappresentanti le sole logge dell’emila romagna e il manifesto del g.m. Della massoneria che rendeva omaggio al massone freancescobaracca.

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Splendide, anche se un po’ invadenti, le 26 crone ch erano apparse, dispopste in bell’ordine, in perfettepiramidi aipiedidell’eroe la mattina del 18. La cittadinanza era accorsa a guardare, a leggere i nomi delle loge, a fotografare, a discutere. I membri del comitato esecutivo, tutti asservitiai preti, tirati giù dal letto, si riunirono esterrefatti ed ansimanri proprio davanti alle corone del grande oriente e del rito: quelle corone avrebbero impedito al cardinale di venire a lugo , bisignava rimuoverle, però la legge lo impediva e…allora, cosa fare? Le corone rimasero meta dell’interesse e delle discussioni più animate fino alle ore 13 del 19 giugno e poiché quel pomeriggio, alle ore 17, la città si doveva prostrare davanti al cardinale che aveva ormai deciso di ingoiare il rospo della denuncia massonica, fu deciso di ammucchiarle tutte sulla parte posteriore del monumento.

Alla fine della cerimonia reilgiosa nella chiesa del carmine, riprese l’anacronistico baillamme processionale con una capatina alla chiesa di s.onofrio dove era stata traslata la salma delleroe

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e finalmente si raggiunse il palco, costruito a fianco del monumento dove il legato pontificio avrebbe potuto beare, di sua presenza,il popolo. Qui giunti, il sindaco prese la parola e dinanzi alle centinaia di labari delle assocciazioni combattentistiche, ai petti decorati di migliaia di valorosi e da una marea di combattenti della guerra 15-18, esrdì: -Eminenza……!

da dietro il monumento le corone massoniche ebbero un fremito, dalla lapide che ricorda ilo martirio di relencini impiccato e bruciato dalla chiesa s’affacciò Stecchetti che ne aveva dettato l’epigrafe, ammiccò al fratello massone francesco baracca e insieme tirarono la catena: sulla tazza igienica di quella sporca cerimonia calò un diluvio d’acqua”.

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per quella occasione la loggia f.baracca fece affiggere sui muri della città un manifesto che così recitava:”in quest’epoca che pur fa severa giustizia di tanti miti, rimane incomparabilmente vivo il fascino di francesco baracca. Anche se il rischio che francesco baracca affrontava rimane il medesimo che tanti aviatori e combattenti ancor oggi affrontano, è la figura di lui che è assurta a simbolo di ogni ardimento.

In francesco baracca mnon siwravvisa già un personaggio condizionato da una estetica caratterizzante un’epoca trascorsa, ma si riconosce un uomo che professò una morale: un uomo che combettè senza odio e che fu massoneperchè intravedeva, oltre la nazione, l’umanità ed in questa fratellanza futura di coloro che si credono nemici”.

Il 20 setembre 1968 vide la luce il club filatelico di tematica massonica con sede a lugo. Ideatore fu il fr. Raimondo ricci, assieme al fr. Bruno guglielmi della r.l. g. mazzini n.98 all’oriente di sanremo. Essi presentarono questa iniziativa in occasione della tornata solenne e festiva della gran loggia, alo scopo di diffondere nella famiglia massonica universale e nel mondo profano, la conoscenza degli eroi, degli scienziati, degli astronauti, dei musicisti, dei poeti e di tutti gli eminenti mpersonaggi che furono massoni.

Nella relazione riassuntiva dei lavori compiuti durante l’anno massonico, il 27 giugno 1969, elogia “i fratelli di questa loggia hanno attivamente partecipato alla costruzione di nuovi templi di bologna e di pesaro dando, quando era necesario, il loro aiuto anche con opere mauali. Va segnalato a questo proposito l’opera meritoria del fr.antonio ricci, membro di questa loggia, iniziato il 22 giugno 1956, che nella riedificazione del tempio di bologna ha lavorato per mesi, parecchie sere ogni settimana, e così ha fatto per l’edificazione del nuovo tempio di pesaro.

Ha inoltre partecipato all costruzione del tempio all’or. Di ravenna nella casa matha con la collaborazione dei fratelli guerrini guerrini e otello ricci, al tempio all’or. Di rimini in via ngherà della r. l. europoa, quello dell’or.da ancona con l’aiuto del fr. Lino curiale, al primo tempio all’or. Di macerata della r.l. Helvia recina con la direzione del fr.aldo nardi, al primo tempio all’or. Di jesi, al primo tempio all’or di fermo, al primo tempio di civitanova marche e in seguito a quello della r.l. f. baracca all’or.di lugo con il validissimoaiuto dei fratelli di loggia e in particolare salvatora caligiuri e guerrino guerrini della r.l. Danta alighieri di ravenna. Atutti i lavori però è stata indispensabile la peartecipazione del fr.mario tenze con tutta la sua maestria (falegname)”.

Piace ricordare che al termine della cerimonia di inaugurazione del tempio della r.l. Di rimini, in segno di riconoscimento, fu donata una medaglia d’oro con pergamena al g.m. Lino salvini e al fr. Antonio ricci. Erano presenti il fr.raimondo ricci , presidente del collegio circoscrizionale dei mm vv dellemilia romagna e il fr. Aldo nardi, presidente del collegio circoscrizionale dei mm.vv delle marche, sempre vicini con il loro sincero plauso di ringraziamento e di conforto. Questi lavori sono stati eseguiti durante il periodo delle grandi maestranze, in successione: giordano gamberini, lino salvini ed ennio battelli.

La riunione del 27 giugno 1969 si svolse a massa lombarda a casa del fr.giuseppe rangoni, il quale fece una tavola, che di seguito riportiamo, che, vista la sua prfondità, fu spedita dal m.v. Nel suo testo integrale al collegio circoscrizionale, all’illustrissimo g……m. E al fr. Mannelli.

“rispettabilissimo fr. m.v., carissimi frateli, sono altamente onorato per aver voluto designare come sede di questa riunione di loggia la mia casa e ve ne ringrazio.

Mi si offre stasera l’occasione di avere conferma che nella storia gli avvenimenti si ripetono così come nel lontano periodo del risorgimento italiano questa mia casa e la farmacia erano il luogo di riunioni segrete dei patrioti italiani e romagnoli, così durante la prima grande guerra e, di poi, nell’ultimo conflitto e durante la lotta partigiana la farmacia era il luogo di riunione di uomini che anelavano alla libertà, alla liberazione dal gioga straniero, oggi queta casa è luogo di riunone di uomini liberi che solo anelano alla attuazione del trinomio libertà uguaglianza fratellanza.

Questa è una delle ragioni che mi sembrano più che sufficienti, io penso, a farvi comprendere quale sia lo smarrimento, la trepidazione, la gioia e la commozione che mi pervadono in questa suggestiva riunione che mi vede a parlare ufficialmente i seno a questa prestigiosa, dinamicissima nostra loggia francesco baracca cui ormai sono legato da indissolubili vincoli di attaccamento.

Consentitemi ora di rivolgere un ringraziamento e un riconoscente pensiero a coloro che mi hanno guidato nella vita massonica e che nel suo corso mi hanno dato un aiuto senza il quale nulla avrei potuto.

Anzitutto riverente ricordo vada alla memoria di mia padre che in questa strada mi aveva indirizzato lui che era massone fin dall’inizio del secolo, erede di nobili tradizioni familiarie repubblicane, affiliato alla loggia bolognese viii agosto , lui che mi aveva stimolato con l’esempio della sua vita e che ebbe il grande piacere di vedermi nel 1946 iniziato fra le colonne del ricostruito tempio bolognese che purtroppo non mi vide, dopo un breve periodo di isolamento, risvegliato nel 1967 perchè egli passato all’oriente eterno nel 1966.ed i fratello attivo diveni nel 1967 carissimo m.v. Unicamente perchè con nobolissimo gesto Ella propose all’autorità dell’ordine (che con benevole comprensione l’appoggiò) il mio ritorno fra le colonne e proprio fra quelle della loggia f.baracca cui appartenne di recente mio padre.

Ma mi permetta il caro m.m. Il fr. Raimondo ricci, di non riandare nel passato perchè sono certo, la commozione mi impedirebbe di parlare. Sappia solo che pur avendo cercato di assorbire tanto da lui mi sarà tutt’altro che facile dare agli otimi frateli anche solo in piccola parte lesempio di serenità, di rettitudsine, di saggezza, e di bontà che egli ha fornito così chiaramente nei lunhi ani della sua ammirevole carriera, non cessata questanno – tempio di elezioni – maentrata i una nuova fase che qui tutti ci auguriamo lunghissima e proficua.

In questogiornofelice nonposso non ricordare, e scusatemi, i frateli scomparsi cui mi legano sentimenti di affetto fraterno e diamore quasi filiale: Antoniognudi, 33°., medico illustre, allievo prediletto di Augusto Murri, Luigi pambieri, Avvocato romafnolo, rodolfo Viti, mio maestro alliceo oreste vancini, anchegli mio antico Maestro caduto uccisodal’odiato nemico fascista e germanico, Ugo Lenzi mio primo M.V. E venerabilissimo gra maestro dell’ordine, tutti passati al’oriente eterno, ed infine tra i viventi l’ancora ogi e sempre dinamiico amico fraterno il potentissimo fratello carlo mannelli di bologna, 33°, che mi accolse con ugo lenzi nela massoneria nel lontano 1946 prendendomi letteralmente per mano e guidandomi nei primi approcci all’idea massonica ed instillando in me, giorno per giorno, sotto l’altoesempio dei maestri l’amore per i nostri ideali. Amore che è oiaumentato colpassare degli anni anche per merito di tanti cari e illustri fratelli che mi sono stati accanto anche nella trepida attesa del rientro, e qui ricordo i fratelli bolognesi e i frateli conti e liverani di massa lombarda.

Mi sia lecito, infine, fare una doverosa e affetuosa menzione alla loggia bolgnese a cui ho fatto parte prima di questo ritorno definitivo a lugo, all’illustrissimo fratello ispettore regionale ing.spina ed ai rispettabilissimi venerabili dell logge dipendenti vada un riconoscente pensiero per la cordiale e calda simpatia con la quale essi mi hano riaccolto dopo vari anni dandomi la possibilità di partecipare ai lavori delle logge.

Un grazie vivissimo prorompente ancora nel mio cuore al mv della nostra loggia raimondo ricci, alle luci di loggia ed a tanti carissimi fratelli romagnoli che in questo momento hanno voluto essermi vicino con la loro impareggiabile affettuosa amicizia cementata oramai da più di due anni di vita in comune. Un saluto e un ringraziamento lo rivolgo al venerabilissimo e potentissimo g.m. Giordano gamberini che mi ha confermato la fraterna amicizia che ebbe con mi padre e che mi onora tutt’ora della sua alta fraterna benevolenza.

Caro e rispettabilissimo mv, amico di antica data, carissimi fratelli della loggia f.baracca che così graziosamente siete intervenuti nella mia casa a questa riunione di loggia, nel ringraziarvi di cuore consentitemi di interpretare la vostra presenza qui come segno di benevolenza e di incoraggiamento ad un fratello che si sente tanto commosso e felice e tanto ha bisogno della vostra stima e del vostro appoggio per il lungo cammin della sua vita”.

Come presidente del collegio circoscrizionale dei mm.vv. Dellemilia romagna il fratello r. ricci scrive, per le celebrazioni del xx settembre, così una tavola: “ poiché nessuno dei tanti valentissimi fratelli da me caldamente officiati ha potuto accogliere la proposta di celebrare il xx settembre, vuol dire che la massoneria bolognese che udì l’altissima parola di Ceneri, di carducci di andrea costa di bentini di ugo lenzi udrà, questa volta, soltanto la parola mia.

Celebrare una data storica in quest’epoca di dissacrazione è compito veramente arduo; mi sorregge la buona volontà, mi sostenga la vostra paziente tolleranza.

Oggi cerchiamo tutti di sfuggire alle suggestioni derivanti dai trascorsi primati ubbidendo all’incitamento ad operare nel presente, e ad agire per modificare i termini anziché continuare a bearci nella celebrazione delle nostra glorie, ma non possaimo per questo dimenticare fattie nomi di un glorioso passato tutto nostro, tutto massonico, anche perchè quei fatti e quei nomi sono pietra miliare nella storia d’italia e in quella di tutta l’umanità.